Il cambiamento

Il cambiamento

Vi è mai capitato di pensare di attirare sempre nella vostra vita la persona o la situazione sbagliata?

O di pensare che raggiungete il successo e poi, inevitabilmente, vi ritrovate a perdere tutto, o di avere la sensazione di girare, girare, come una trottola, senza che nulla cambi?

Pensiamo che quasi tutti noi ci troviamo, in qualche ambito della nostra vita, a vivere situazioni simili, situazioni che ci procurano ansia o dolore e che non riusciamo a cambiare. Allora molto spesso, purtroppo, subentra la rassegnazione, l’indecisione, la stagnazione e l’immobilità che creano sensazioni come la frustrazione, l’impotenza e la paura. O magari anche la rabbia perché ci rendiamo conto che non stiamo vivendo il nostro massimo potenziale.

Le crisi sono una cosa molto personale e si esprimono in una varietà numerosa come è l’essere umano stesso. Ma possono essere uniti sotto questo aspetto: ci toccano profondamente e ci creano un fortissimo disaggio e dolore. Magari si tratta di questioni fisiche, o legati alla sfera affettiva, o dell’autostima, … la varietà è immensa.

Automaticamente andiamo SEMPRE nella direzione del benessere. Noi vogliamo stare bene. La domanda è solo come si raggiunge e come si esprime questo “benessere” che non è per tutti uguali. Partiamo da uno stato inconsapevole, scegliamo la strada del “meno dolore”. Ma se nonostante i nostri sforzi e i soldi spesi non siamo riusciti a raggiungere i nostri obiettivi, allora sicuramente quei problemi nascondono una lezione importante che la vita ci chiede di essere appresa. E dobbiamo diventare consapevole …

Secondo Albert Einstein la crisi è un’occasione, un volano per il cambiamento. Nel momento della massima difficoltà, quando siamo messi alle strette, capiamo che andare avanti come sempre non funziona. Una reazione potrebbe essere che ci forziamo ancora di più, ci impegniamo ancora di più. Disperatamente diventiamo ancora più diligenti e attenti. Ce la mettiamo tutta … del vecchio, del “sempre-fatto-così”, del conosciuto. E poi, alla fine, nella delusione totale, nella massima frustrazione, perché NON funziona neanche questa strategia, dobbiamo affrontare la “morte” e cominciare a farci delle domande!

Dobbiamo affrontare la morte di ciò che c’era per fare spazio a qualcosa di nuovo. La decisione per la vita significa fare morire quello che si è rivelato non funzionante. La creatività, la ricerca di soluzioni, l’invenzione nasce con l’ispirazione o proprio in quei momenti di crisi – quando si volta pagina, cambiando registro e modus operandi, smettendo di fare le cose che faceva prima.

E stiate tranquilli! E’ la vita che vi proporrà le alternative.

Immaginatevi la vita come questa metafora che vi sto per raccontare: State guidando una macchina (la macchina rappresenta le vostre convinzioni, le vostre abitudini, le vostre ansie, la vostra personalità e quello che fate etc.). All’inizio basta una bella lavata la volta in volta e siete molto contenti della vostra macchina, ma gli anni passano, e la vettura si arrugginisce e sempre più spesso ha bisogno del meccanico per cambiare i pezzi. Ad un certo punto, su un lato della strada vedete una macchina nuova di zecca, lucida e moderna (ed è il simbolo di ciò che desiderate e che volete diventare). Ma vi siete affezionati al vostro vecchio cartoccio che ormai però non ce la fa quasi più. Nonostante ciò pensate: “No, non voglio fare il cambio ora. Sto bene così. Ci saranno altre occasioni.” O magari pensate addirittura: “Quella nuova non fa per me. Probabilmente è di qualcun altro.”

Ad un certo punto. La vostra macchina si pianta e non si può più salvare. Siete nel mezzo del deserto e l’unica possibilità, per non morire, è mettersi a camminare sotto il sole che brucia per cercare il prossimo villaggio. Ora siete talmente in difficoltà che la prossima macchina che troverete parcheggiato al lato della strada prenderete senza troppe pretese. Ora vi chiedete: Perché non ho scelto la macchina nuova alla prima occasione?

Vedendo la vita da questa prospettiva, mi viene in mente una domanda: Per quale motivo ci comportiamo così? La verità è che tutti noi abbiamo paura del cambiamento. Perché l’idea del ignoto viene caricata con le nostre paure di perdita, emozioni negative di esclusione e soprattutto la preoccupazione di essere abbandonati, in poche parola abbiamo paura della separazione.

Dovete sapere che siamo una specie che ha bisogno il contatto sociale. Necessitiamo la connessione con gli altri per la nostra sopravvivenza. Un rifiuto sociale, un abbandono rappresenta una minaccia seria per noi. Significa morire … anche fisicamente. Per questo motivo facciamo di tutto per evitare che ciò accadrà. Il cambiamento invece porta la fine di certe cose includendo anche la fine di relazioni con altri. Non dimenticate che la fine di relazioni però lascia anche uno spazio. Uno spazio che vuole essere riempito. Riempito con empatia verso le proprie debolezze e ansie, con apprezzamento verso voi stessi di averlo provato fino in fondo, con gratitudine verso voi stessi che avete preso una decisione (anche giusto per cominciare a muoversi), con la leggerezza della vostra esistenza.

Vi auguriamo una buona settimana!

2018-05-15T16:29:03+00:00

Leave A Comment